Nel ormai lontano 1993, un dado da brodo assunse un valore incommensurabile nel trasformare un bivacco a quasi tremila metri di quota, in agosto (sigh!), con dodici gradi sotto lo zero, quando disciolto nella pentola ci regalò una minestrina di stelline che corroborò la nostra notte. Oggi, con la situazione economica che tutti conosciamo, il valore del dado, questa volta quello di un tassello ad espansione, ha superato di gran lunga quello del dado da brodo che ci concesse minuti di vera goduria qualche anno fa. Vi chiederete che senso abbia tale preambolo, eccovi serviti: sicuramente vi sarete trovati a dover rimpiazzare un dado di un fix in parete o in grotta, mugugnando un bel po’ ma concludendo con: “sicuramente sarà caduto di mano, sai magari la stanchezza, il fango!”, certo in palestra magari non troverete una così eroica giustificazione ma piazzerete il vostro dado di scorta e andrete avanti, lasciandolo sul posto anche dopo aver disarmato. Dopo alcune settimane, tornati sul pos...